Come vengono preparati i prodotti che gli astronauti mangiano nello spazio, che caratteristiche devono avere per essere mangiati senza preoccupazione in assenza di gravità, chi produce e confeziona questi alimenti?
Queste sono solo alcune delle domande a cui risponderemo. Buon viaggio.
Queste sono solo alcune delle domande a cui risponderemo. Buon viaggio.
Scopri il mondo dello space food!
Space food (Argotec - readytolunch)
Quali sono i problemi principali del mangiare nello spazio?
Il primo importante problema dal punto tecnologico alimentare sono le briciole.
Nello spazio le briciole non possono esserci perché questi minuscoli pezzettini di cibo possono danneggiare gravemente i comandi di bordo o essere direttamente inalate dallo stesso astronauta.
Anche l’assunzione di fluidi diventa un problema nello spazio poiché in assenza di gravità i fluidi si comportano in modo diverso di come avviene sulla terra non permettendo agli astronauti di utilizzare bicchieri.
Poiché sulla stazione spaziale non si possono utilizzare frigoriferi, a causa del loro funzionamento strettamente legato alla gravità terrestre, i cibi devono avere un elevato grado di conservazione.
Nello spazio le briciole non possono esserci perché questi minuscoli pezzettini di cibo possono danneggiare gravemente i comandi di bordo o essere direttamente inalate dallo stesso astronauta.
Anche l’assunzione di fluidi diventa un problema nello spazio poiché in assenza di gravità i fluidi si comportano in modo diverso di come avviene sulla terra non permettendo agli astronauti di utilizzare bicchieri.
Poiché sulla stazione spaziale non si possono utilizzare frigoriferi, a causa del loro funzionamento strettamente legato alla gravità terrestre, i cibi devono avere un elevato grado di conservazione.
Quali materie prime vengono utilizzate?
Argotec - readytolunch
|
Basta con polveri, pillole e chimica, anche gli astronauti richiedono materie prime di qualità che permettano di equilibrare, con i loro contenuti nutrizionali, i cambiamenti fisiologici causati dalla lunga permanenza in orbita.
Nello spazio il cibo deve essere piacevole, garantire la massima efficienza fisica e rispondere a rigidissimi standard igienici. Tra questi “super-alimenti” spaziali non potevano mancare alcuni Presìdi Slow Food, prodotti eccellenti che sintetizzano al meglio la filosofia del “buono, pulito e giusto” e che hanno ottenuto pieni voti ai rigidissimi test di ammissione. |
Sono stati scelti alcuni dei legumi dei Presìdi non solo per le ottime caratteristiche organolettiche, ma anche sulla base dei loro contenuti nutrizionali, che li rendono adeguati alle esigenze di condizioni estreme. In particolare quattro legumi (piattella canavesana, lenticchia di Ustica, fava di Carpino e cece nero della Murgia carsica) sono stati selezionati per accompagnare Samantha Cristoforetti nello spazio. I menù per astronauti, composti dalle migliori materie prime, senza sale, conservanti e additivi non devono essere un cibo finto, ma vivo e sfizioso.
Come viene realizzato il cibo?
La conservazione viene realizzata grazie alla sterilizzazione. Questo processo è diversificato in base agli alimenti, in particolare per la carne e il pesce la sterilizzazione avviene ad alte temperature circa 121°C per 15 minuti , mentre per la frutta è sufficiente una pastorizzazione a 71°C che permette di mantenere il gusto e di non distruggere i nutrienti necessari agli astronauti. Per conservare il sapore e i valori nutrizionali il cibo sterilizzato viene messo in sacchetti speciali oppure viene liofilizzato, cioè il cibo viene congelato viene privato dell' acqua e conservato sottovuoto.
Successivamente per gustarlo gli astronauti dovranno aggiungere un brodo e finalmente potranno gustarsi il pasto.
Successivamente per gustarlo gli astronauti dovranno aggiungere un brodo e finalmente potranno gustarsi il pasto.
Com'è cambiato il cibo nel tempo?
Nel 1961, Yuri Gagarin uno dei primi uomini a essere lanciati in orbita doveva spremersi il cibo in bocca da un tubetto simile a quello del dentifricio contenente una purea di carne e cioccolato.
Stefano Polato ( Argotec - readytolunch )
|
Thomas Stafford e Donald Slayton brindano ai colleghi russi con tubetti di borsh, zuppa di barbabietola. ( commons.wikimedia.org )
Recentemente gli astronauti possono consumare lasagne, risotto e tiramisù. Il merito di questo miglioramento al menù è anche di alcuni ricercatori e chef italiani come David Avino e Stefano Polato che lavorano per Argotec, un’azienda di Torino nata nel 2008 e impegnata in diversi settori e che da alcuni anni è l'unica responsabile europea per il BONUS FOOD dell’ESA (agenzia spaziale europea).
|
Anche gli astronauti hanno le barrette energetiche!
Argotec - readytolunch
|
Seguire una corretta alimentazione nello spazio è fondamentale e molte aziende, anche di Cremona, hanno unito le loro conoscenze per creare un prodotto sano e nutritivo. È il caso della barretta prodotta da Argotec.
L'elemento principale di questo snack sono le bacche di Goji, un antiossidante per la prevenzione di malattie degenerative e sanguigne. Tra gli altri ingredienti troviamo i cereali, come orzo, miglio, riso, farro ed avena. Non poteva mancare il cioccolato extra fondente che possiede grandi quantità di triptofano, un amminoacido che stimola la produzione di serotonina che influenza il nostro buonumore ed infine la spirulina, ottima fonte di sali minerali e proteine. Sono utilizzati anche dolcificanti naturali come banana e mela che rendono questa semplice barretta un concentrato di gusto ed energia. |
Cosa mangia samantha cristoforetti?
In questo breve video Samantha Cristoforetti ci racconta qual'è il suo menù.
Valuta se condividere!